Mentre Tokyo dorme

L’attesa è finita: ecco le Olimpiadi di Tokyo. Che la festa cominci!

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Se nell’Antica Grecia perfino le guerre si piegavano alle Olimpiadi, in epoca moderna soltanto i due conflitti mondiali sono riusciti a fermare i Giochi. Ci ha provato anche un’epidemia, ma alla fine il sacro fuoco di Olimpia non si è spento.

Prima il rinvio di un anno, poi il malcontento che serpeggiava tra l’opinione pubblica giapponese e sembrava metterne in dubbio lo svolgimento, infine la dolorosissima decisione di chiudere gli impianti al pubblico. Non è stato facile e non sarà la stessa cosa, ma tra poche ore la torcia olimpica finirà la propria corsa, più lunga e accidentata del solito: il braciere olimpico si accenderà e Tokyo 2020 prenderà finalmente forma. Per diciassette giorni arderanno speranze e passione, si guarderà alle miserie della vita con un occhio solo.

Anche in un momento storico come questo, anche senza la gente a entusiasmarsi sugli spalti, è stato giusto salvare il sogno a cinque cerchi degli atleti, e con il loro pure tutti i nostri. Saranno due settimane abbondanti di tutto ciò che le emozioni umane possono offrire, di storie di donne e uomini che ci farà piacere aver conosciuto e ricordare, giornate di “sport di cui non sapevamo l’esistenza” guardati come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ed è una cosa bella, non patetica, sta anche lì l’essenza di una festa ben riuscita, nell’essere pronti a vivere esperienze che di solito non penseremmo di vivere. Le Olimpiadi sono la festa più attesa ed esclusiva dello sport e, come qualsiasi altra ricorrenza, ci danno un pretesto per fermare un momento la giostra impazzita della nostra vita e dedicare tempo e attenzione a ciò che nella frenesia della quotidianità siamo portati a trascurare.

Per godersi questa festa ci vuole un’anima ancora predisposta a stupirsi, ad accogliere ciò che non si conosce, che sappia lasciarsi andare. Un’anima olimpica. Soltanto così qualche ragazzino alle sue prime Olimpiadi potrà farsi ispirare dalla grandezza dei campioni e ognuno di noi potrà sperare di vivere qualcosa di speciale, una di quelle esperienze di vita che gli americani definiscono “a Kerri Strug moment”.

Da domani racconterò come la vivrò io questa festa, un diario di viaggio quotidiano guidato dalle sensazioni, senza prendersi troppo sul serio, perché le Olimpiadi non sono soltanto medaglie e record. Un viaggio che sono sicuro non sarà molto diverso dal vostro, per questo sarà bello viverlo un po’ anche insieme, se lo vorrete. Vi do appuntamento ogni giorno qui, su Vita Sportiva. Dopo una nottata tirata lunga fino al pomeriggio, quando le gare saranno finite e saremo soddisfatti e troppo stanchi per aperitivo e cena. Mentre Tokyo Dorme.

E allora facciamoci trovare pronti. Che la festa cominci!

Buone Olimpiadi a tutti!

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Vincenzo Bruno
Laureato in Lingue e Letterature Moderne, nato a Palermo nel 1983, vive a Isola delle Femmine, piccola località costiera alle porte del capoluogo siciliano. Aspirante insegnante e appassionato di sport, letteratura e storie, nella sua pagina Instagram “Gente di Sport” alimenta l’amore per la scrittura facendovi convergere spesso le sue più grandi passioni. Due suoi racconti brevi, Notti Bianche e La Prima Volta, sono stati inseriti nella raccolta Pausa caffè: letteratura espressa, pubblicata da Prospero Editore nel 2016.

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