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#BarSportVS: prime grandi incognite del Motomondiale 2019, mercato e non solo…

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Circa un terzo della stagione in corso del Motomondiale 2019 è già stato completato. La prima parte di campionato ha emesso i primi responsi, tuttavia all’interno del paddock aleggiano grandi incognite in vista dei prossimi appuntamenti, e ovviamente non mancano le prime indiscrezioni di mercato. Approfondiamo tutto ciò in un nuovo appuntamento con #BarSportVS. Lo schema è molto semplice: ad ogni domanda rispondono più membri della redazione di Vita Sportiva, proprio come un gruppo di amici seduti ad un tavolino di un bar che si confrontano sui temi più caldi del momento. Buona lettura!


La vittoria di Danilo Petrucci al GP d’Italia diventa cruciale per il rinnovo in Ducati?

LUCA (@Luca_Monta_): la situazione attuale della Ducati ricorda quella della Honda nel 2011, con quattro forti candidature per sole tre moto ufficiali. A Borgo Panigale invece si tratta di scegliere il compagno di Dovizioso per la prossima stagione, se confermare Petrucci o promuovere Miller. Al pilota di Terni è stato chiesto il salto di qualità: ad oggi possiamo affermare che il numero 9 italiano è riuscito a trovare una certa costanza (è quarto nella classifica piloti), che manca ancora all’australiano, ottenendo pure un successo al primo anno con la Rossa. A questo punto, intrapreso il percorso con Petrucci e visto il buon lavoro svolto ad inizio stagione, penso che sostituirlo significherebbe fare un passo indietro.

Sostituire Petrucci? Sarebbe un passo indietro per la Ducati

MARCO (@MZoran83): avendo un solo anno di contratto, Petrucci deve riuscire a dare il meglio per assicurarsi il posto nella Ducati ufficiale. I risultati in questo inizio di stagione gli stanno dando ragione, e la vittoria di domenica al Mugello è un altro punto a suo favore. Ma per il momento non è ancora abbastanza per essere sicuro della riconferma. E alle sue spalle Miller spinge per avere il posto nella Ducati ufficiale, anche se il pilota australiano è ancora troppo incostante. Tra cadute e risultati altalenanti portarlo in un top team potrebbe essere rischioso e controproducente. Senza dimenticare l’ottimo rapporto tra il Dovi e Petrucci, cosa da non sottovalutare all’interno di un Team. Cambiare non avrebbe senso, Petrucci merita un’altra stagione in Ducati. La vittoria che gli era stata chiesta è arrivata, ora può solo migliorare.

Cambiare non avrebbe senso, Petrucci merita un’altra stagione in Ducati

ALESSIO (@alesantos34182): La Ducati, Marquez a parte, è la moto più competitiva del lotto. Una moto così veloce ha ormai l’obbligo di vincere e purtroppo Petrucci non sembra essere l’uomo giusto per farlo.
Va bene la costanza di rendimento e l’ottimo rapporto con Dovizioso, ma a questa Ducati serve costanza nel lottare per le posizioni di vertice, non nell’arrivare fuori dal podio.
L’exploit di Petrux al Mugello forse migliora la sua situazione, ma il giovane Jack Miller, classe 95, costantemente veloce e competitivo, potrebbe essere la soluzione migliore per interrompere il dominio di MM93.
Ha solo un difetto: va spesso a terra… ma si diceva lo stesso di un certo Casey Stoner, che in Ducati ricordano piuttosto bene.

Jack Miller la soluzione migliore, ma va spesso a terra… come un certo Casey Stoner


Il viaggio in Giappone di Lorenzo alla Honda è solo per ritrovare novità a lui idonee o fa presagire che vada via prima del dovuto? Ed eventualmente chi prenderà il suo posto?

DAVIDE (@BottaDavide): dopo il fallimento del biennio 2017-2018 in Ducati sinceramente non penso che Lorenzo possa permettersi di rompere con Honda dopo nemmeno metà del primo anno di contratto. Sarebbe una pietra tombale per la sua carriera in MotoGP visto che non ci sono altre moto competitive per la prossima stagione e l’età non gioca a suo favore. Nell’incontro con i vertici giapponesi chiederà di portare avanti uno sviluppo della RC213V parallelo a quello di Marquez, in una sorta di “all-in” per la sua credibilità. Per la casa dell’ala dorata non può che essere una sfida da accettare. Portare al successo anche Jorge Lorenzo sarebbe una dimostrazione di forza verso chi insinua che il merito dei successi sia da attribuire esclusivamente al talento smisurato di Marc Marquez, capace di portare in trionfo anche una moto poco competitiva.
In caso di addio, la soluzione più ragionevole è quella di promuovere nel team ufficiale il collaudatore Stefan Bradl (campione del mondo Moto2 nel 2011, battendo proprio Marquez).

Lorenzo non può permettersi un altro fallimento. Il sostituto? Meglio guardare in casa

CAROLINA (@CarolinaCamata): difficile che Jorge Lorenzo, dopo appena 6 gran premi da pilota del team giapponese Honda, possa già decidere di recidere un contratto di 4 milioni di euro a stagione, decisione che gli potrebbe costare molto e che potrebbe persino lasciarlo a piedi a Mondiale iniziato, rischio già corso nel 2018 con il team italiano di Borgo Panigale. Difficile, ma non impossibile. Allo stesso tempo, il confronto con il compagno Marquez, che di gare questa stagione ne ha già vinte tre, è inevitabile. La sua enorme competitività e la sua maniera di adattarsi ad una moto considerata da Jorge Lorenzo complicata da guidare e non adatta al suo stile di guida, potrebbe avere portato il maiorchino a reagire in maniera diversa da quanto ci si potrebbe aspettare, decidendo di lasciare prematuramente il team. Lo spagnolo 32enne avrà forse ricevuto un’offerta di un team magari più adatto alle sue esigenze da pilota?

Lasciare Honda? Difficile, ma Jorge Lorenzo potrebbe avere già un contratto con un altro team

PAOLO (@PaoloMancini30): non credo si possano trovare soluzioni a lui idonee, il team è totalmente concentrato sullo stile di Marquez, la moto è costruita sulle sue idee e necessità, qualunque sia l’altro pilota deve adattarsi alla situazione. Jorge ha avuto un inizio disastroso ma non può essere solo imputato al problema alla mano sinistra, sia mentalmente che tecnicamente pare in enorme flessione, il cambio di team sembra essere l’unica soluzione che è però poco percorribile in questo momento a meno che voglia star fermo fino a fine stagione.
Per quanto riguarda il suo successore credo che il nome di Alex Marquez per il prossimo anno sia spendibile sotto la spinta del fratello, altrimenti, in caso di ribaltone in questo periodo, non è da escludere un assalto ad uno dei due Espargaro che, però, difficilmente si libererebbero dai loro attuali team. Alternativa in emergenza Stefan Bradl (collaudatore).

Non credo si possano trovare soluzioni a lui idonee. Idea fratelli Marquez per il prossimo anno


Team Petronas più competitivo delle ufficiali, rookie Quartararo più competitivo di Morbidelli. E’ una Yamaha che funziona al contrario?

ALESSIO: la Yamaha è l’unica Casa che, dal 2017, continua ad avere un’impressionante involuzione. Ogni anno sembra che si sia toccato il fondo, salvo poi vedere i team satellite (Tech3 e adesso Petronas) ottenere ottimi risultati con le moto degli anni precedenti. Mancanza di velocità di punta e in percorrenza, moto non più “gentile” come negli anni d’oro, la Yamaha ufficiale ormai si può considerare fuori dal giro dei Top Team. Impressionanti invece le prestazioni del Team Petronas, che però non vedono riscontri nella classifica piloti: troppi “zero” per Morbidelli e Quartararo, ma prestazioni da top (specialmente del rookie francese) che ci fanno scervellare, se mai ce ne fosse ancora il bisogno, su quale possa essere il motivo di un Team Ufficiale così poco competitivo… forse sviluppare la Moto su un Rossi ormai 40enne potrebbe essere una scelta sbagliata nella nuova MotoGp?

Ogni anno Yamaha sembra toccare il fondo, salvo poi vedere i team satellite andare forte. Giusto sviluppare su Rossi 40enne?

CAROLINA: inizio difficile per una Yamaha che sembra deludere le aspettative, un’altra volta. Fermi con i progressi ormai dal 2016, il team giapponese che non riesce a stare al passo con una MotoGP in continuo aggiornamento. Il distacco con gli altri team è troppo ampio, ed è ancora più evidenziato non solo dal miglioramento esponenziale della Ducati, ma anche dal team Petronas, che riesce a portare a casa, almeno per ora, risultati incoraggianti, soprattutto per quanto riguarda il 20enne francese Fabio Quartararo. La Yamaha non può più sognare il titolo mondiale, nemmeno quest’anno, ma deve mettersi al lavoro per fare progressi in vista delle prossime stagioni, che saranno probabilmente le ultime a vedere Valentino Rossi come pilota, prima del suo ritiro, perciò deve approfittare della sua enorme esperienza per assicurarsi la possibilità di avvicinarsi al titolo, per lo meno a partire dal 2020.

Valentino Rossi potrebbe avere un ruolo fondamentale nel raggiungimento del titolo 2020

MARCO: anche quest’anno la Yamaha non potrà provare a vincere il mondiale. Questo perché ad oggi la moto giapponese è in una crisi tecnica che non si era mai vista. Tutto fermo sotto ogni punto di vista. Situazione che avvantaggia il team satellite Petronas, che a livello di prestazioni sta surclassando il team ufficiale. Cosa che avveniva già nella scorsa stagione con il team Tech3. E tutto questo resta molto strano, anche agli ingegneri giapponesi. Lo scarso apporto di aggiornamenti allontana la moto ufficiale dalle altre squadre top, ma fa sì che la moto non ufficiale riesca a fare prestazioni migliori. Situazione che indispettisce molto un campione come Rossi, che non merita di avere una moto così poco competitiva. Lui di sicuro non abbandona la squadra, anche per vincoli contrattuali, ma spera in cuor suo di avere l’anno prossimo la possibilità di provare a vincere il suo decimo mondiale. L’impegno dei piloti non manca, forse tocca al team fare uno sforzo per riportare competitività. E i piloti saprebbero bene come ripagare tale sforzo.

L’impegno dei piloti non manca, forse tocca al team fare uno sforzo per riportare competitività


Passando al fondo dello schieramento, KTM e Aprilia sono ancora distanti dalle posizioni che contano. La differenza per ora la fanno i fratelli Espargaro… meritano un top team?

PAOLO: la strada di KTM ma soprattutto Aprilia è molto lunga per arrivare a competere per la vittoria, la casa austriaca ha fatto enormi passi in avanti grazie a Pol Espargaro mentre Zarco appare in grande difficoltà nel feeling con la moto. I fratelli Espargaro però molto spesso riescono ad oltrepassare il limite della moto fornendo prestazioni eccezionali fino ad indurre molti esperti a pensare che meriterebbero un posto nei top team. Questi ultimi hanno ragione ma purtroppo ci sono solamente due team competitivi (Ducati e Honda) mentre Yamaha e Suzuki offrono prestazioni altalenanti. In queste squadre, però, solamente le posizioni di Lorenzo e Rossi sono in bilico con motivazioni differenti, ma il pretendente n.1 al posto del dottore appare Quartararo, mentre in Honda vi è totale incertezza con l’ombra di Alex Marquez. Insomma, grandi talenti, ma le moto per essere competitivi sono limitate, servirà una buona dose di fortuna e delle ulteriori prestazioni eccezionali.

I fratelli Espargaro riescono ad oltrepassare il limite della moto. Ma per entrare in un top team non è sufficiente…

ALESSIO: alle notizie del ritorno di Aprilia e Ktm sono subito susseguite le “promesse” di rientrare nel giro dei Top Team in pochi anni. Al momento il bilancio dice che entrambe le Case sfornano moto competitive in maniera inversamente proporzionale alla loro bellezza. E, considerando che Aprilia e Ktm siano indubbiamente le più belle in griglia, è facile capire quanto purtroppo siano poco competitive. La Casa austriaca ci ha lasciati con sprazzi di ottimismo nelle ultime gare dello scorso anno e la firma di Zarco sembrava potesse essere il trampolino di lancio definitivo per le posizioni di vertice, invece a portare i punti che contano a casa è sempre quel Pol Espargarò che sta letteralmente umiliando il compagno di squadra. Stesso discorso per il fratello maggiore: Aleix è costantemente il miglior pilota nel suo Team dal suo esordio nella Classe Regina, e quest’anno in Aprilia sta surclassando il più blasonato Iannone. Vista la costanza di rendimento e i vari exploit in carriera con moto poco competitive, si fanno sempre più insistenti le voci di una chance in uno dei Team di vertice. Potrebbe essere una svolta nella carriera o, facendo un parallelismo calcistico, potrebbe essere la conferma di essere “bomber di categoria” capace di fare la differenza solo con moto poco competitive; tentar non nuoce, ma i posti liberi sono pochi e tra i due, forse Aleix è quello che merita una chance in più.

Aprilia e Ktm tanto belle quanto poco competitive. Aleix merita un Top Team o va forte solo con le moto lente?

DAVIDE: Aprilia si è appoggiata a Fausto Gresini per rientrare in Motogp, ma l’esperienza del suo team non è servita a compiere quello step evolutivo per entrare in Top 10. Qualche scelta sbagliata è stata fatta anche in termini di piloti: dopo l’ottima annata 2016 si è deciso di puntare su Sam Lowes prima e Scott Redding poi. Entrambi si sono rivelati un flop nel confronto con il compagno Aleix Espargaro, pilota spesso sottovalutato nel corso della carriera e capace di exploit degni di un team di prima fascia. Difficile che qualcuno decida di puntare su di lui, ma lo vedrei benissimo in Yamaha nel ruolo di seconda guida per il dopo Rossi.
Situazione analoga in casa KTM, dove le aspettative erano alte. Per il momento l’unico punto fermo della casa austriaca è il più giovane degli Espargaro, Pol. A differenza del fratello, fin dalle categorie minori ha recitato un ruolo da protagonista, ma sembra aver perso il treno buono nel biennio trascorso in Tech3 quando si è visto soffiare il posto nel team ufficiale da Viñales. Le selle competitive non sono molte, la scelta migliore è quella di provare a portare al successo la KTM.

Aprilia e KTM nelle mani degli Espargaro. Aleix ha raccolto poco finora, potrebbe bene figurare in un top team. Pol cerca la risalita con KTM


Italiani in prima fila nelle classi minori. Lorenzo Baldassarri succederà a Bagnaia e Morbidelli in Moto2? Dalla Porta e Antonelli sfateranno il tabù in Moto3?

DAVIDE: per quanto riguarda le categorie minori, dopo anni di magra per i colori italiani stiamo avendo un discreto successo. In Moto2 l’inizio di stagione di Baldassarri sembra ricalcare le orme delle stagioni trionfali di Morbidelli e Bagnaia, ma a differenza degli ultimi due anni, la lotta sembra aperta a più piloti tra cui Luca Marini che dopo il primo podio stagionale può svoltare una stagione iniziata con il piede sbagliato.
In Moto3 invece regna l’incertezza più assoluta con due costanti: Lorenzo Dalla Porta e Aron Canet. Penso che nella seconda parte di stagione, la lotta al titolo possa restringersi a questi due. Antonelli purtroppo non lo vedo in grado di reggere la pressione di dover lottare per il titolo, mentre darei più credito ad Arbolino dopo la bella vittoria al Mugello e a Celestino Vietti, rookie ma già molto competitivo.

Baldassarri è partito forte, ma punterei su Marini. In Moto3 può essere l’anno di Dalla Porta

LUCA: l’avvio di stagione di Baldassarri può essere in parte paragonabile a quello di Pecco e Morbido per numero di vittorie, tuttavia il marchigiano ha già collezionato due “zero” pesanti ad Austin e Le Mans. Gli avversari sono vicinissimi, quindi da adesso per tutta l’estate è vietato sbagliare. Ricordiamoci che l’anno scorso Bagnaia ha rischiato di perdere il campionato nonostante fosse andato sempre a punti.
In Moto3 invece stiamo assistendo ad una situazione di equilibrio senza precedenti, con sei vincitori diversi in altrettanti GP. Finché Dalla Porta non trova il primo sigillo stagionale lo spagnolo Arón Canet rimane leggermente favorito. Antonelli invece nelle annate precedenti non mai ha brillato in estate, ma spero che da Barcellona in poi mi smentisca.

Per Baldassarri da adesso in poi è vietato sbagliare. In Moto3 vedo Canet leggermente favorito, ma se Dalla Porta trova la via del successo…

PAOLO: per quanto riguarda gli italiani nelle classi minori non vedo un vero e proprio erede di Bagnaia, quest’ultimo da talento purissimo qual è ha trascorso solamente due anni in Moto2 mettendosi subito in mostra e guadagnandosi la chiamata in MotoGP, Baldassarri al contrario è da ben sei anni in Moto2 con risultati molto, troppo altalenanti. In questa stagione sembra aver fatto il salto di qualità con due vittorie, ma attenderei fine anno per tirare delle vere conclusioni.
In Moto3 invece discorso totalmente diverso, questa è una classe dove il talento spesso viene nascosto dalla enorme bagarre in ogni gara, una categoria dove una scia può permetterti di vincere o perdere una gara. Dalla PortaAntonelli, ma anche lo stesso Foggia appaiono grandi talenti che potremmo però verificare realmente solamente una volta che affronteranno il salto in Moto2 o addirittura direttamente in MotoGP.

Non vedo un vero e proprio erede di Bagnaia in Moto2. In Moto3 il talento viene nascosto dall’enorme bagarre

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