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Intervista a Silvia Scalia: “Grande fiducia per i prossimi mondiali”

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Dopo un’estate da incorniciare, anche l’inverno di Silvia Scalia è iniziato sotto ottimi auspici. La 27enne lecchese è ormai una solidissima realtà del nuoto italiano, a maggior ragione dopo un 2022 ricco di soddisfazioni, culminato con la medaglia d’argento ai Campionati europei di Roma nei 50 dorso.

Quello che più impressiona è però la costante progressione cronometrica sulla distanza. Progressione che ha portato l’azzurra a ritoccare per ben tre volte in 4 mesi il record italiano. Dal 27″74 degli assoluti primaverili al 27″39 della semifinale europea, il miglioramento è stato sensibile, e non si è fermato alla vasca lunga: lo scorso weekend infatti agli assoluti ha timbrato un 56″78 nei 100 in vasca corta, tempo sufficiente per staccare il pass per i Campionati del mondo in programma a Melbourne dal 13 al 18 dicembre. Non è stato certo un percorso facile, soprattutto dopo i problemi alla spalla che la avevano condizionata nel 2021. Però si può dire che il lavoro in allenamento con Matteo Giunta ha dato i suoi frutti. Ci parlerà di questo Silvia Scalia, ma anche di molti altri aspetti della sua vita, non solo sportiva.

DSF Sport

 

Innanzitutto, come stai? Come ti senti in questo momento della tua vita personale e sportiva? 

“Sto molto bene, dopo l’estate scorsa ho avuto un periodo per staccare mentalmente e anche prendere consapevolezza di quella che è stata la stagione scorsa. Ho ricominciato ad allenarmi con molta tranquillità e determinazione, anche a livello personale è momento sereno. Sono fortunata ad essere circondata da persone che credono in me e nel mio percorso agonistico, la mia famiglia e il mio management DSF sport sono un supporto per me fondamentale.”

 

Gli Assoluti sono stati l’ennesima dimostrazione di un percorso di crescita che ti porterà ora ai Mondiali in vasca corta in programma a Melbourne. Cosa ti aspetti dalla rassegna iridata e quali sensazioni ti hanno lasciato la vasca di Riccione?

“La vasca degli Assoluti mi ha lasciato una grande fiducia per i prossimi campionati mondiali. Ho raggiunto una buona consapevolezza di quello che posso valere in vasca. Per i mondiali, come per tutte le gare, cerco di non pormi nessuna aspettativa, darò il massimo e ci metterò la stessa grinta che ho messo nei 100 metri a Riccione.”

 

La scorsa stagione è culminata con l’europeo di Roma e il tuo argento nei 50, arrivato dopo un 2021 difficile per i problemi alla spalla. Cosa ti rimane a distanza di mesi di questa estate romana? 

“A distanza di mesi mi sento più forte a livello mentale, non tanto per l’argento di cui sono ovviamente felice, ma per tutto il percorso che lo ha preceduto, che appunto non è stato facile. Recuperare una slap alla spalla richiede tempo, ma anche da questa esperienza ho iniziato a conoscermi e conoscere meglio il mio corpo, cosa è necessario fare per prevenire e preservarlo a livello muscolare.”

 

Come ti trovi nella piscina del Foro Italico? Per una dorsista è più complicato nuotare “a cielo aperto” o si trovano comunque i riferimenti? 

“Il foro è sempre stata la mia piscina del cuore, come per molti altri nuotatori italiani. È una piscina che mi ha visto crescere e mi ha regalato grandi emozioni in competizioni importati come è stato l’ultimo Europeo. La scelta di eliminare il sistema di illuminazione all’inizio mi ha preso alla sprovvista, per noi dorsisti rappresenta un punto di riferimento non indifferente. Infatti, quando sono arrivata in piscina pochi giorni prima dell’inizio delle gare ho lavorato molto sulla stabilità della nuotata e ho cercato altri punti di riferimento. Alla fine in gara devo dire che non ho avuto nessun tipo di disagio.”

 

Oltre alla medaglia europea, lo scorso anno hai migliorato 4 volte il record italiano, abbassandolo di quasi 3 decimi fino a 27.39. In cosa pensi di essere migliorata maggiormente nei mesi e cosa puoi ancora limare? 

“A livello tecnico sono sicuramente migliorata sulla presa della bracciata e sulla resistenza. Rispetto agli anni scorsi sto lavorando molto di più sulla qualità e sulla tecnica, sono più forte in generale e questo nelle gare corte porta ovviamente vantaggi. Sto lavorando molto su alcuni dettagli tecnici della gara che rappresentano una sfida non da poco, ma sono determinata a continuare a migliorare i miei record.”

Oltre all’europeo, c’era stato poche settimane prima il mondiale di Budapest. Come è cambiata la tua preparazione della stagione in vista del doppio impegno ravvicinato? In generale come distribuisci i carichi di lavoro durante l’anno, anche fuori dalla vasca?

“Per noi italiani di solito i momenti importanti annuali sono tre e cadono a dicembre, aprile e generalmente luglio, che rappresentano anche i macro cicli di lavoro che svolgiamo in acqua, della durata quindi di tre mesi. Il campionato del Mondo quest’anno è stato organizzato in un periodo particolare dell’anno, a Giugno. Quando capitano eventi internazionali a metà dei nostri cicli di lavoro ovviamente si cerca di arrivare al top, io ho gareggiato al massimo pur sapendo che agli Europei sarei arrivata in una forma migliore e sono molto contenta dei risultati.” 

 

Attualmente ti alleni a Verona con Matteo Giunta. Quali sono i suoi principali punti di forza come coach?

“Matteo è molto bravo a comunicare con i suoi atleti, è preparato e deciso nelle sue decisioni, pur sempre tenendo conto del nostro parere. Durante le gare e in allenamento mi ha sempre trasmesso molta sicurezza, è un po’ il mio punto di riferimento.”

DSF Sport

Hai iniziato la stagione di corta con la World Cup a Berlino, mentre in passato hai partecipato alla ISL. Saresti favorevole ad avere più eventi internazionali durante l’anno? Credi che un format simile a quello della Diamond League di Atletica o delle Coppe del Mondo degli sport invernali potrebbe giovare alla visibilità del nuoto anche al di fuori delle grandi manifestazioni? 

“Secondo me l’unico modo di dare visibilità al nuoto è appunto vedere più nuoto, in tv, sui social media, online in generale. L’ISL è stato un primo tentativo ma c’è ancora molto lavoro da fare, sarebbe bello rendere il format anche più coinvolgente per chi guarda da casa. Le persone conoscono poco della vita di noi nuotatori, magari si potrebbe pensare di approfondire anche questo aspetto come è stato fatto anni fa con la ginnastica artistica.”

 

Recentemente hai trascorso delle settimane a Rotterdam. Vuoi raccontarci questa esperienza? Ti stuzzica l’idea di vivere e allenarti all’estero in futuro? 

“Rotterdam è una città stupenda e anche se ho trascorso poco tempo me ne sono innamorata. Ho avuto l’opportunità di lavorare a un progetto in uno studio architettonico, ricavandone anche dei crediti per l’università che sto ancora portando avanti e mi appassiona sempre tanto. Sono sempre stata attratta da una vita in altre città europee quindi non lo escludo per il futuro, ma rimango sempre molto legata all’Italia.” 

 

Nel 2014 hai trascorso un anno negli Stati Uniti alla Florida International University. Com’è la vita da student athlete? Cosa consiglieresti per questo tipo di esperienza?

“La vita di student-athlete in America è molto impegnativa ma anche agevolata: il sistema consente di combinare perfettamente entrambe le attività, allenamenti la mattina presto poi lezioni e di nuovo allenamenti. È stata una delle esperienze più formative della mia vita, a livello sportivo, scolastico e personale. È una scelta importante e impegnativa quindi da fare con le dovute considerazioni. Il mio consiglio è di scegliere con attenzione e valutare tutte le possibili università in base alle proprie necessità.”

 

Ora invece studi interior design al Politecnico di Milano, dove sei iscritta al programma Dual Career. Pensi che sia l’unico modo per poter conciliare gli studi con lo sport di alto livello in Italia? Cosa si potrebbe fare secondo te per migliorare il dialogo tra i due mondi?

“Il Politecnico è una delle poche università a offrire un sistema di tutoraggio pensato apposta per gli studenti atleti e sicuramente dà il supporto necessario in un sistema nazionale che non prevede nient’altro al di là dello studio. Dopo la mia esperienza in America, credo che il primo step possa essere creare squadre universitarie e consentire un orario di lezioni più flessibile e adattabile alla vita di uno sportivo.”

 

Per chiudere: cosa ti aspetti da te stessa per la prossima stagione? Quali sono i tuoi obiettivi?

“Gli obiettivi di quest’anno sono i Mondiali, in vasca corta adesso e in lunga nella stagione estiva. L’obiettivo da gennaio sarà iniziare un percorso che porterà alla prova di qualifica per le Olimpiadi, la prima sarà già a dicembre dell’anno prossimo. Sarà un percorso emozionante da intraprendere e cerco di non mettermi troppe pressioni, anzi cerco il più possibile di pensare uno step alla volta. Le soddisfazioni della stagione scorsa mi hanno insegnato che la tranquillità porta concentrazione e la concentrazione porta risultati migliori.”

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Giovanni Valenzasca

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