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La coperta corta del pentathlon moderno: Elena Micheli e un 2022 tutto iridato

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Scherma, nuoto, equitazione, corsa, tiro a segno. Cinque discipline per quattro gare dove contendersi una medaglia che può valere un posto nella storia. Stiamo parlando del pentathlon moderno, uno degli sport più antichi del programma olimpico tanto da poter vantare come inventore il barone Pierre de Coubertin, padre fondatore dei Giochi in salsa moderna. Un settore che ha dato molto all’Italia e che spesso ha ricevuto troppo poco complice lo spazio ridotto offerto dai media nazionali, ma che a distanza di diciassette anni, è tornato alla ribalta grazie all’impresa di Elena Micheli.

Argento ai Mondiali di Budapest 2019 e due volte a podio nella World Cup 2022, la portacolori del Centro Sportivo Carabinieri si è aggiudicata il titolo iridato al termine di una prova particolarmente tesa che l’ha vista primeggiare sull’ungherese Michelle Gulyas. Cresciuta nella Società Sportiva Lazio, Micheli ha bruciato le tappe facendo incetta di successi nelle categorie giovanili rimanendo tuttavia sempre con i piedi per terra e salendo a soli ventitrè anni sul tetto del globo.

Appassionata di letteratura e iscritta alla facoltà di Scienze Politiche presso l’Università “La Sapienza” di Roma, la giovane romana sta studiando per trasformare in realtà il sogno olimpico, e magari chissà, far risuonare per la prima volta in campo femminile l’Inno di Mameli.

Elena Micheli riceve il trofeo iridato sul podio di Alessandria d’Egitto

Elena, a diciassette anni di distanza dal titolo di Claudia Corsini hai riportato l’Italia sul tetto del mondo. Ci racconti com’è andata questa gara ?

“E’ stato emozionante perché vincere una medaglia non è scontato, però riportare l’Italia sul tetto del mondo dopo diciassette anni lo è ancor meno. Oltre che a livello personale, è stata una soddisfazione per le persone che mi seguono”.

Guardando il tuo palmarès, verrebbe da dire che questo titolo mondiale era nell’aria da tempo. Ti saresti mai aspettata di veder sul gradino più alto del podio già a ventitrè anni ?

“Direi di no. Sotto questo punto di vista è stato molto precoce. Nel nostro sport si gareggia cercando di sbagliare il meno possibile e bisogna tener conto di innumerevoli incognite per cui pensare di presentarsi a una gara con il ruolo di favorito è quasi impossibile. Al di là dei titoli giovanili e del Mondiale 2019 è stato un anno pieno di un anno pieno di cambiamenti avendo rivoluzionato completamente lo staff e allenandomi ora con il Centro Sportivo Carabinieri. Grazie a ciò ho trovato numerose conferme che vanno dalla medaglia d’oro ottenuta in Coppa del Mondo a Il Cairo al secondo posto nella tappa successiva senza dimenticare il titolo iridato che è stata la ciliegina sulla torta. Non allenandomi direttamente con il sistema federale, si prospettava un anno particolarmente in salita, si è invece rivelato un anno fantastico”.

Quanto ha aiutato l’esperienza raccolta a Budapest nel 2019 dove, a soli vent’anni, hai colto la medaglia d’argento iridata ?

“Sì, perché mi ha dato maggior consapevolezza nei miei mezzi. Dopo quel secondo posto ci ho creduto maggiormente perché ho iniziato a pensare che il podio fosse un traguardo raggiungibile nuovamente”.

Il podio di Alessandria d’Egitto con Elena Micheli al centro accompagnata dall’ungherese Michelle Gulyas (a sinistra) e dalla turca Ilke Ozyuksel (a destra)

Ad Alessandria d’Egitto ha dimostrato come la costanza sia l’elemento fondamentale per vincere. Qual è il segreto per rimanere sempre al top in ogni disciplina ?

“Sono discipline lontane fra loro, alcune tecniche, altre puramente atletiche. Sulla base della mia esperienza la chiave è trovare un equilibrio fra tutte. Non si può pretendere di eccellere soltanto in una prova perché è come una coperta: se si tira da un angolo, ci si scopre da un altro. E’ necessario provar a coprire nel miglior modo possibile, trovando un’armonia nella somma complessiva delle discipline. Banalmente ho sempre cercato di dar il meglio nel nuoto a fronte di un torneo di scherma in cui faccio più fatica”.

Fra le quattro discipline in programma, qual è la tua preferita ?

“La mia preferita resta l’equitazione, anche se quelle in cui mi trovo più a mio agio sono la corsa e il nuoto”.

Nell’equitazione avete soltanto venti minuti di tempo per incontrare il cavallo per la prima volta e conoscerlo prima di scendere in campo. Qual è il trucco per creare un feeling con l’animale in un lasso di tempo così breve ?

“Fondamentale è aver uno spirito di adattamento e cercar di metter a proprio agio il cavallo, entrandoci in sintonia senza irritarlo eccessivamente. Bisogna infatti cercare di fargli capire che sarà un percorso da affrontare in due e che il nostro compito è quello. In venti minuti non è sempre semplice perché non sempre si riesce a trovare il miglior rapporto”.

Elena Micheli impegnata a cavallo con la divisa dei Carabinieri

A tal proposito, le polemiche scoppiate dopo Tokyo 2020 rischiano di escludere il pentathlon moderno dal programma olimpico a partire dal 2028 a meno che non si proceda con la sostituzione dell’equitazione. Esiste una soluzione per evitare questo scenario ?

“Il dibattito è ancora in corso, ma una cosa è certa: dopo Parigi 2024 non ci sarà più l’equitazione. Noi atleti la verità non la conosceremo mai fino in fondo, tuttavia stanno già compiendo dei test event con l’inserimento dell’Obstacle Course Race (OCR), una competizione che va molto forte negli Stati Uniti”.

Tornando al Mondiale, durante la laser run finale ha dovuto far i conti con la rimonta dell’ungherese Michelle Gulyas. In quei momenti non ha avuto paura di perdere l’oro nel momento decisivo ?

“In quel momento ero talmente arrabbiata con me stessa perché non riuscivo a trovare una soluzione alle difficoltà mostrate al tiro. Il vantaggio che avevo su Michelle, mia grande amica con la quale mi sono giocata le prove di Coppa del Mondo, l’avevo dissipato a causa di alcuni errori nella laser run, tuttavia ero convinta del mio potenziale nella corsa che mi avrebbe permesso di precederla. Mi sono così concentrata per tenerla più distante possibile”.

A proposito di laser run, come si può mantenere alta la concentrazione nel tiro a fronte della fatica accumulata nella corsa e la pressione riposta dalle avversarie ?

“Bisogna chiudersi in una bolla e non farsi influenzare dagli agenti esterni che possono essere il tifo delle persone fuori dal campo gara piuttosto che la luce di un lampione. Il trucco sta quindi, in una situazione di fatica, di chiudersi in sé stessi e conciliare lo stato di fatica sul dettaglio su cui si vuol puntare”.

Il tiro ha messo in difficoltà Elena, ma non le ha impedito di aggiudicarsi il titolo iridato

Osservando il podio del Mondiale è emerso come l’età media si sia letteralmente abbassata rispetto alle Olimpiadi di Tokyo 2020. E’ in corso un vero e proprio ricambio generazionale ?

“Sì, ma bisogna tener conto che diverse ragazze si sono prese un anno sabbatico. Dopo le Olimpiadi diverse hanno deciso di affrontare una maternità, mentre altre hanno preferito rientrare con più calma. Sarà necessario aspettare quindi il prossimo anno per capire se vi sia stato un ricambio generazionale così netto oppure sia stato soltanto un fenomeno passeggero che ha riguardato il 2022. Le assenti non sono tuttavia un numero così elevato, quindi è probabile che il ricambio vi sia stato”.

Il pentathlon moderno non è certamente una delle discipline più famose nel nostro paese. Com’è nata la passione per questo sport ?

“L’ho conosciuto tramite un istruttore di nuoto in una piscina vicino a casa dove mi allenavo con i miei fratelli. Quest’ultimo aveva appena aperto una sezione dedicata al pentathlon all’interno della Società Sportiva Lazio per cui aveva proposto di intraprendere questo sport. Tutti e tre ce ne siamo subito innamorati”.

Negli ultimi anni il movimento azzurro ha fatto affidamento principalmente ad Alice Sotero che ha sfiorato il podio olimpico. Quanto ti ha ispirato il suo esempio ?

“Oltre ad esser una mia cara amica, Ali è stata un’atleta di riferimento sia prima di Tokyo che durante, abbiamo infatti condiviso tutto il percorso che ci ha condotto alle Olimpiadi. Mi piace vederla gareggiare e osservare come affronti le competizioni. Sicuramente mi sono ispirata per alcune cose anche a lei, anche se sono un’atleta abbastanza giovane, in fase di crescita, per cui il mio atteggiamento in gara lo sto ancora formando”.

La laser run, la prova che ha deciso il Mondiale 2022

Come dicevamo, il pentathlon non è così conosciuto agli occhi del grande pubblico. Quale potrebbe esser la soluzione per lanciare questo settore ?

“Pubblicizzando le competizioni il più possibile sui media potrebbe aprire già aprire la strada per una maggior conoscenza. Secondo me si potrebbe inoltre puntare parecchio sulla combinazione corsa-pistola laser che di per sé è un giocattolo a tutti gli effetti, tant’è che a Roma hanno fatto diverse dimostrazioni in Piazza del Popolo”.

In conclusione, mancano meno di due anni a Parigi 2024. La medaglia olimpica può esser un traguardo percorribile ?

“Sinceramente amo lavorare obiettivo per obiettivo, passo dopo passo. Le Olimpiadi sono un sogno chiuso in un cassetto che mi piacerebbe aprire. Spero di potervi partecipare come un’atleta d’élite pronta ad ambire a fare bene, anche se non mi sento di sbilanciarmi ora sul risultato”.

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Marco Cangelli
Giornalista presso la testata online "Bergamonews" e direttore della web radio "Radio Statale", sono un appassionato di sport a 360 gradi. Fondatore del format radiofonico "Tribuna Sport" e conduttore del programma "Goalspeaker", spazio dal ciclismo all'atletica leggera, passando per lo sci e gli sport invernali

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