Gestire la traiettoria di una pallina a volte può apparire una vera e propria impresa titanica. La velocità d’impatto con il tavolo, l’effetto imposto con la racchetta oppure un soffio d’aria sono infatti soltanto alcune delle condizioni da tener conto per un giocatore di tennistavolo, aspetti che Giorgia Piccolin ha imparato a conoscere con il passare degli anni.
Dopo essersi laureata per la settima volta campionessa tricolore, la 26enne del Centro Sportivo Esercito ha vissuto un’estate da incorniciare prima aggiudicandosi la medaglia d’argento a squadre ai Giochi del Mediterraneo e poi facendo sognare l’Italia agli Europei durante i quali ha mancato per un soffio l’accesso alle semifinali.
Quel risultato ottenuto a Monaco di Baviera ha riacceso l’attenzione degli azzurri su questo sport e lanciato la portacolori del TTC 1946 Weinheim in una nuova dimensione internazionale.
Giorgia Piccolin, lo scorso agosto ha raggiunto a sorpresa i quarti di finale degli Europei di tennistavolo. Si sarebbe aspettata alla vigilia di poter centrare un traguardo così prestigioso?
“Il pensiero di potermi giocare la medaglia è stato qualcosa di grande e non me lo sarei mai aspettata. Era la prima volta che mi trovavo tra le prime trentadue del torneo, quindi direttamente nel tabellone principale, e sapevo di dover sfruttare questa occasione”.
Ciò che è rimasto negli occhi degli appassionati è sicuramente il match contro la ceca Hana Matelova, numero cinque del seeding. Cosa le ha consentito di ribaltare i pronostici della vigilia ?
“Quando ho visto che dovevo affrontarla, mi ha incuriosito molto perché sapevo che era una giocatrice forte, che aveva ottenuto grandi risultati in questa stagione, ma che allo stesso tempo anche il mio livello era cresciuto e potevo quindi portare a casa la vittoria. Alla fine io non avevo niente da perdere”.
Ai quarti di finale è arrivato il forfait di Han Ying, testa di serie numero 1, sostituita da Sabine Winter. Questo cambiamento non l’ha spinta a credere maggiormente nella possibilità di giocarsi un posto nella lotta per le medaglie ?
“Avevo già affrontato Winter un paio di volte perché mi è capitato spesso di incontrarla nel campionato tedesco (1° Bundesliga), motivo per cui conoscevo il suo gioco. Così quando ho visto che dovevo giocarmi la semifinale contro di lei, ci ho creduto”.
Proprio in quella sfida si è trovata a condurre per due volte, subendo però la rimonta dell’atleta tedesca. Cosa le è mancato per chiudere la partita?
“Rispetto alle partite precedenti, mi sono resa conto che se non portavo a casa i primi set, poi sarebbe stata difficile. Penso che in quel momento ho realizzato che c’era la possibilità di arrivare sul podio, questo mi ha portato probabilmente a essere più tesa e a non riuscire a gestire mentalmente i momenti di difficoltà”.
A differenza del passato, gli Europei “multisport” hanno offerto al tennistavolo un’occasione in più per farsi conoscere al grande pubblico. Essere inseriti in un programma contenente altre discipline può esser d’aiuto per raggiungere un numero maggiore di persone ?
“Questi campionati Europei ‘multisport’ sono stati gestiti veramente bene. In Germania, il tennistavolo è comunque uno sport molto conosciuto e molto seguito, averlo inserito in un evento così grande ha sicuramente contribuito a renderlo ancora più importante”
A tal proposito, in Italia la tradizione del tennistavolo è legata ad alcune località come Castel Goffredo, Cortemaggiore e Pieve Emanuele. Quali azioni si potrebbero applicare per ampliare il movimento ?
“L’esposizione mediatica potrebbe essere un piccolo esempio per far sì che le persone possano vedere e conoscere questo sport. Più pubblicità si fa, più la gente può conoscere il tennistavolo come sport vero e proprio e non solo come un passatempo”.
Per oltre un decennio il tennistavolo azzurro è stato rappresentato da Nikoleta Stefanova. Avendola affrontata ai Campionati Italiani andati in scena in primavera a Biella ci può raccontare che avversaria è la portacolori del Tennistavolo Norbello ?
“Nikoleta Stefanova, oltre ad essere una grande giocatrice e un’avversaria in campo, è la cugina del mio ragazzo, quindi a Biella si è svolta una finale in ‘famiglia’ . Nei suoi confronti ho una grande stima e nonostante i suoi anni di stop dal tennistavolo, è comunque una giocatrice con una certa esperienza ed essendo riuscita a batterla, il titolo ha avuto un valore in più”.
Con Nikoleta e Nicole Arlia avete conquistato la medaglia d’argento a squadre ai Giochi del Mediterraneo. Questa medaglia ha propiziato per certi versi la sua cavalcata ai successivi Europei ?
“Nelle settimane precedenti ai Giochi del Mediterraneo abbiamo lavorato duramente insieme per ottenere quella medaglia e mi ha portato più fiducia e consapevolezza nei miei mezzi e nel lavoro svolto. Tutto questo mi ha aiutato ad affrontare un europeo in maniera più determinata e consapevole che potevo raggiungere un bel traguardo”.
Osservando la sua carriera, lei ha lasciato l’Italia per trasferirsi in Germania dove gioca nel TTC 1946 Weinheim. Perchè ha intrapreso questa scelta ?
“In realtà nel 2018 mi sono trasferita in Francia per cercare di migliorare il mio gioco e in contemporanea ho firmato nel Bingen Munster-Sarmsheim, un’altra squadra in 1° Bundesliga. Dopo ben quattro anni ho cambiato e sono andata nel TTC Weinheim. Sono anche entrata a far parte del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito, grazie al loro sostegno ho potuto intraprendere nuove esperienze e gliene sono veramente grata”
Guardando al futuro, il prossimo obiettivo sarà la qualificazione per le Olimpiadi di Parigi 2024 ?
“Mancano due anni alle Olimpiadi, questo sarà il mio obiettivo. La strada è ancora lunga, ma sento che sono nella direzione giusta”.
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