Nuoto

Quando cadrà il muro di gomma nel nuoto?

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Il Mondiale di nuoto di Fukuoka 2023 non verrà probabilmente ricordato dal pubblico italiano per i risultati della spedizione azzurra tra le corsie, che ha dato qualche soddisfazione ma ha lasciato un po’ di amaro in bocca per il calo rispetto alla scorsa stagione. Resterà nella memoria, invece, per la caduta del record più longevo del nuoto italiano. L’1:52.98 nei 200 stile libero di Federica Pellegrini, stabilito nell’estate romana del 2009, è stato superato (1:52.85) dopo quattoridici anni dall’australiana Mollie O’Callaghan, nuovo prodigio dello stile libero mondiale, capace di fare doppietta 100-200, oltre a partecipare a tre ori con record del mondo delle varie staffette aussie.

Oltre ad avere un grande valore simbolico per il movimento italiano, il record di Pellegrini era uno degli ultimi superstiti dell’epoca gommata. Nel biennio 2008-2009, prima grazie all’LZR Racer di Speedo, che aggiunse i primi pannelli in poliuretano, che riducevano notevolmente la resistenza aerodinamica, e poi con i costumi interamente gommati di Arena e Jaked, vennero ripetutamente aggiornati tutti i record mondiali. Poi arrivò il ban stabilito dalla FINA a inizio 2010, che vietò questo vero e proprio doping tecnologico.

Dei venticinque primati stabiliti alle Olimpiadi di Pechino 2008 era rimasto in piedi solo quello di Michael Phelps nei 400 misti, superato all’inizio di questi Campionati mondiali dal formidabile francese Leon Marchand. Per quanto riguarda i quarantatré record infranti al Foro Italico l’anno successivo, invece, quasi tutti caddero tra la fine degli anni ’10 e l’inizio degli anni ’20, grazie a una generazione di interpreti straordinari sia in campo maschile che femminile. Atleti capaci di esplorare i limiti della prestazione umana, grazie ai grandi avanzamenti nei metodi di allenamento e di preparazione generale degli ultimi anni.

Sono solo sette i record sopravvissuti a questa nuova ondata di talento, e alcuni di questi sembrano sul punto di poter cedere nel giro di pochi anni, mentre altri potrebbero resistere ancora molto a lungo. Ma quando arriverà il momento della caduta definitiva del muro di gomma?

50 stile libero M: Cesar Cielo (20.91)

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Il brasiliano ai Mondiali di Roma fu il secondo uomo di sempre a nuotare la vasca singola a stile libero in meno di 21 secondi, pochi mesi dopo il 20.94 del francese Frederik Bousquet. Negli ultimi anni il più vicino a questa barriera è stato Caeleb Dressel, che per due volte è stato capace di arrivare a 21.04, ai Mondiali di Gwangju 2019 e ai Trials preolimpici 2021. Con la temporanea uscita dalle scene del fenomeno statunitense, che si è preso una pausa dalle competizioni per cercare di ritrovare se stesso, al momento non sembra esserci nessuno in grado di avvicinare questi tempi. Né Benjamin Proud, che nel 2018 si era spinto fino a 21.11, né Florent Manaudou, che nei suoi anni migliori era arrivato al massimo a 21.19, né Cameron McEvoy, che sabato ha vinto l’oro con 21.06. Tuttavia, per una specialità così veloce i record sono meno inattaccabili: se McEvoy dovesse restare ancora su questi livelli, se Dressel riuscisse a tornare a competere o se dovesse arrivare un nuovo fenomeno nei prossimi anni, capace di nuotare costantemente su tempi intorno ai ventuno secondi, bastano pochi marginal gains per limare un decino e ritoccare il primato di Cielo. 

200 stile libero M: Paul Biedermann (1:42.00)

Sulle quattro vasche dello stile libero, il record coincide esattamente con un limite praticamente impossibile da valicare senza aiuti tecnologici. Già l’1:43.14 di Yannick Agnel a Londra 2012 sembrava un tempo praticamente irripetibile con i costumi tradizionali, prima che arrivasse David Popovici a scendere di nuovo sotto l’1’43” agli Europei di Roma. Una prestazione giunta dopo dieci anni in cui nei 200 non c’era stato un chiaro dominatore e il livello medio non era stato così alto. Il fenomeno rumeno ha disputato un Mondiale sottotono, tanto da non arrivare a medaglia in una gara vinta a 1.44.30 da Matthew Richards. L’età è sicuramente dalla parte del diciottenne di Bucarest, che se non dovesse avere grandi incidenti di percorso avrebbe ancora diversi anni per cercare di ritoccare anche questo primato dopo quello dei 100, stabilito nella stessa piscina del Foro Italico dove Cesar Cielo aveva fatto registrare il precedente record gommato nel 2009.

400 stile libero M: Paul Biedermann (3:40.07)

Il secondo dei due primati del tedesco, che fu totalmente imbattibile in quell’annata, è invece messo in pericolo dall’avvento di due nuovi mezzofondisti, che sembrano destinati ad anni di grandi sfide. Aveva stupito tutti a Tokyo Ahmed Hafnaoui, tunisino classe 2002, vincendo l’oro in questa distanza. Non è stata di certo una meteora, visto che a Fukuoka è migliorato di oltre 3” rispetto all’anno scorso, nuotando in 3:40.70. Una prestazione notevolissima che però è valsa solo la medaglia d’argento, perché nel frattempo è arrivato Samuel Short. Australiano, nato nel 2003 (un anno dopo il 3:40.08 del suo illustre connazionale Ian Thorpe),  già capace di arrivare a 3:40.68 alla sua prima finale mondiale tra i grandi. L’impressione è che, in questa come nella distanza superiore, il dualismo possa portare entrambi a migliorare ancora molto, e chissà che a Parigi non possa essere la volta buona per sfoderare un’altra prestazione memorabile.

800 stile libero M: Zhang Lin (7:32.12)

Quello del cinese Zhang Lin è uno dei due record che resisterebbe ancora oggi, anche facendo una proiezione dei migliori tempi in tessuto parametrandoli sul teorico vantaggio dato dal poliuretano, stimato a 87 centesimi ogni 100 metri (studio di SwimSwam). Per rendere l’idea di quanto sia intoccabile questo primato, basta guardare il ranking delle migliori prestazioni all-time: nell’ultima finale mondiale, i primi quattro hanno fatto registrare un crono entrato nella top ten di sempre. Hafnaoui (7:37.00), Short (7:37.76), Finke (7:38.67) e Wiffen (7:39.19) hanno dato vita a una gara di un livello mai vista prima, ma si piazzano tutti ad almeno cinque secondi di distanza dal record. Nonostante il livello attuale del mezzofondo sia stratosferico, è pressoché impossibile andare anche solo ad avvicinare un crono di quel tipo, mentre il 7:35.27 dell’argento di Oussama Mellouli in quel Mondiale è decisamente più alla portata per il suo connazionale Hafnaoui.

200 dorso M: Aaron Peirsol (1:51.92)

L’unico record individuale maschile fuori dallo stile libero attualmente non sembra alla portata per nessuno, e non lo è mai stato in questi 15 anni. Il più vicino è stato Ryan Lochte a Shanghai 2011, a poco più di un secondo di distanza. Da lì in avanti, anche nei migliori anni di grandi interpreti come Ryosuke Irie, Evgenij Rylov e Mitch Larkin, al massimo si è sempre oscillato tra l’1.53.20 e l’1.53.70. Al momento il miglior crono stagionale appartiene a Ryan Murphy, altro atleta capace di nuotare 1’53” nei suoi anni migliori, a 1:55.03. Se nel dorso veloce le ultime due stagioni hanno visto susseguirsi crono di spessore assoluto, compresi gli attuali record di Hunter Armstrong sui 50 e Thomas Ceccon sui 100, le quattro vasche sono ancora alla ricerca di un nuovo talento generazionale, che non avrebbe comunque vita facile per battere il record gommato.

4×200 stile libero M: Stati Uniti (6:58.55)

L’unico record di staffetta ancora in piedi dal 2009, è dettato più dalla qualità dei frazionisti che dal vantaggio tecnologico: Michael Phelps in apertura e Ryan Lochte in chiusura, oltre allo specialista delle staffette americane di quegli anni Ricky Berens, che nuotò un notevole 1:44.13 lanciato. Parlando di qualità media dei frazionisti, non manca di certo alla Gran Bretagna, che nella gara individuale ha fatto doppietta con Richards e Dean. Nella finale mondiale la staffetta britannica è arrivata a soli 13 centesimi dal record, con il contributo anche di Duncan Scott e James Guy. Non è da escludere che il record sia prossimo a cadere, che sia per mano di questo quartetto o di altre nazioni con sufficiente ricambio per avere una staffetta competitiva con continuità, come gli stessi Stati Uniti o l’Australia.

200 delfino F: Liu Zige (2:01.81)

L’unico record che ancora resiste in campo femminile, sopravvissuto a un’epoca di atlete multidisciplinari in grado di primeggiare su più distanze con grande costanza, è sicuramente il più imbattibile in assoluto. Gli unici due crono tra i primi dieci di sempre stabiliti negli ultimi dieci anni sono il 2:03.86 di Yufei Zhang nell’ultima finale olimpica e il 2:04.06 con cui Summer McIntosh ha conquistato il titolo iridato e il record mondiale giovanile qualche giorno fa. Anche se la progressione della giovane canadese dovesse continuare negli anni come promette, un miglioramento di due secondi sembra essere fuori portata, per lei così come per qualunque altra atleta nei prossimi anni. Sarà questo l’ultimo baluardo dei record di gomma?

Immagine in evidenza: Mollie O’Callaghan, nuova detentrice del record del mondo dei 200 stile libero ©World Aquatics

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Giovanni Valenzasca

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