Sport Invernali

“Un sacco vuoto non può stare in piedi”: la rinascita di Francesca Franchi e l’exploit mondiale

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Intervista a cura di Marco Cangelli e Mirko Efoglia

Chi segue lo sci di fondo conosce perfettamente il talento di Francesca Franchi ed è perfettamente conscio che le sue doti prima o poi sarebbero venute alla luce. Come purtroppo spesso capita, alcuni problemi si sono messi di traverso e hanno ritardato quel momento.  

Un appuntamento con sé stessi che per la fondista delle Fiamme Gialle è arrivato sulla pista di Planica in occasione dei Mondiali 2023. E lì chi non ha perso la fiducia in Francesca ha compreso semplicemente che non si trattava di un fuoco di paglia, ma soltanto dell’inizio di un nuovo percorso di rinascita.

Un tracciato che ha condotto la 25enne di Molveno al nono posto nello skiathlon e al sesto nella 10 chilometri in tecnica libera riportando dopo oltre un decennio lo sci di fondo femminile nelle posizioni che merita e dando vita a un futuro più fulgido.

Francesca Franchi impegnata in skating ai Mondiali


Francesca Franchi, il clima dei Mondiali ti ha dato quel qualcosa in più. Ci racconti di quei giorni a Planica?

È stata un’esperienza incredibile. Non mi aspettavo di far quei risultati. Sapevo di stare bene perché avevamo fatto un periodo di preparazione molto importante e duro, in cui avevo sempre avuto belle sensazioni e per questo ero curiosa di confrontarmi con le altre. Sicuramente non mi sarei mai aspettata questi risultati.

Sei arrivata a quei risultati alla rassegna dopo una stagione sottotraccia. Come spieghi questo exploit?

E’ difficile dare una risposta, ma forse c’era tanta voglia di rimettermi in gioco dopo una stagione in cui ero stata a lungo ferma per problemi fisici. Avevo quindi la volontà di ritornare in pista in un evento così importante e divertirmi. Devo ringraziare tutto lo staff e tutta la mia famiglia che era a bordo pista a tifare per me.

Nel 2022 hai dovuto fermarti per un lungo periodo. Ci spieghi cosa è successo e come hai fatto a tornare alle gare?

Mia nonna dice sempre: “Un sacco vuoto non può stare in piedi”. Ho avuto diversi problemi legati al cibo, non mangiavo a sufficienza per soddisfare lo sforzo che chiedevo al mio corpo per l’allenamento, quindi non dandogli abbastanza energie, un corpo non riesce a ottenere i risultati preposti. Dunque mi sono fermata e, grazie alle Fiamme Gialle e all’equipe di medici che ci segue, sono riuscita a far questo percorso di recupero che mi ha consentito di ritrovare peso, ma anche felicità e serenità. Ero ormai in un periodo buio, dove avevo perso la bussola. Una volta ritrovata, ho scoperto le nuove sensazioni provenienti dal mio fisico e ritrovare la voglia di fare ciò che mi piace di più, ovvero fare sci di fondo.

Francesca Franchi in Coppa del Mondo a Dobbiaco


Come spieghi le difficoltà che hai incontrato in Coppa del Mondo rispetto ai Mondiali ?

Ai Mondiali possono partecipare solo 4 atleti per nazione, riducendo così il numero di sciatori in gara. Questo non significa che il livello non sia il migliore visto che vengono scelti di conseguenza i migliori. Per la Coppa del Mondo, essendo stata ferma un anno, ovviamente si hanno dubbi e perplessità all’inizio, soprattutto sulla condizione fisica. Per rimettere il pettorale in esperienze così importanti, serve aver un po’ d’esperienza. Le tappe precedenti ai Mondiali mi sono infatti servite per capire a che punto ero e per riprendere un po’ di dimestichezza con il circuito.

Tornando alla staffetta, com’è il rapporto con Anna Comarella, Cristina Pittin e Martina Bellini con cui hai conquistato podi sia ai Mondiali Juniores che alle Universiadi ?

Noi siamo cresciute assieme perché io ho iniziato tardi a far sci di fondo. Sono passata dallo sci alpino a questa disciplina soltanto a sedici anni, per cui loro già ai vertici del circuito nazionale e di Coppa Europa. Rappresentavano per me un po’ come dei riferimenti da seguire. Poi ho iniziato ad allenarmi insieme a loro e sono riuscita a vincere la medaglia iridata con loro. Abbiamo attualmente un bellissimo rapporto e da lì siamo rimaste sempre in squadra assieme. Ci siamo sempre allenate assieme e ci continuiamo a sentire, dandoci una mano l’una con l’altra. Il bello che tra di noi in allenamento c’è quella sana rivalità per esprimerti sempre al massimo per esser un passo davanti alle altre. Abbiamo caratteristiche diverse e c’è chi è davanti nelle sprint, chi sulle distance e ciò consente di imparare dalle altre. Siamo amiche, ma anche delle avversarie quando c’è da migliorare.

In generale com’è attualmente il lavoro in squadra ?

Quest’anno sono stata promossa in squadra maggiore dopo i risultati dello scorso anno. Ho come allenatore Markus Cramer e ci troviamo davvero bene anche perché siamo quattro ragazze e sette ragazzi. Siamo riusciti a legare parecchio ed è fondamentale ciò perché abbiamo trascorso tre settimane in raduno e solo pochi giorni a casa. E’ stata una preparazione particolare perché l’abbiamo passata principalmente fra Norvegia e Svezia e devo dire che per me è stata un’esperienza formativa perché vedi un mondo totalmente diverso rispetto al nostro e impari a crescere sotto molti aspetti. Quest’anno Cristina Pittin ha deciso di allenarsi con la squadra B guidata da Renato Pasini perché ha ancora dei problemi alla caviglia, Anna Comarella ha subito un intervento all’anca quindi ha ripreso con più calma e anche Caterina Ganz ha avuto anche lei delle difficoltà fisiche quindi l’unica che si è allenata appieno sono io per ora.

Com’è lavorare con Markus Cramer ?

E’ un allenatore che se tu hai bisogno, lui c’è. Se banalmente devi parlargli, lui si ferma anche ore, ti rassicura, ti spiega il perché di determinati lavori, carichi d’allenamento e così via. E’ anche il primo che ti lascia sbagliare. Banalmente non ti fa subito notare gli eventuali errori in allenamento. Ti studia in silenzio e poi ti spiega, responsabilizzandoti e facendoti crescere.

Francesca Franchi sulla “hot sit” della Coppa del Mondo


Prima del tuo exploit, il miglior risultato femminile per l’Italia ai Mondiali risultava ancora una top ten di Marianna Longa nel 2011. Questi tuoi progressi possono diventare un punto di partenza per la rinascita di un movimento fermo da oltre un decennio?

Lo spero. Sentendo anche le altre ragazze, dopo i risultati che ho ottenuto, non solo erano contente per me, ma avevano anche questa voglia di provare anche loro quello che ho fatto pure io. Ci siamo allenate tutta l’estate assieme. Sapevano le mie potenzialità, sapevano che potevano darmi del filo da torcere e quindi hanno fatto crescere la consapevolezza in tutte sapendo perfettamente che quanto ho fatto io, lo possono fare pure loro.

Uno dei risultati più belli è arrivato nello skiathlon. Domanda banale, ma necessaria. Quale delle due tecniche preferisce Francesca Franchi ? La libera o la classica?

Ho ottenuto i miei migliori risultati in skating quindi verrebbe subito da pensare che mi piaccia di più la tecnica libera. In realtà mi viene più facile quella, però così bella come la sciata in alternato non c’è nulla. Ci sto lavorando molto perché devo crescere molto, mi sono impegnata durante l’estate e vedremo se in inverno arriveranno i frutti.

Lo skiathlon ha rischiato di sparire dal programma delle gare di fondo. Secondo te la disciplina avrebbe perso qualcosa in questo caso?

Il problema dello skiathlon non è tanto che non piaccia alle persone. Viene forse proposto raramente in Coppa del Mondo, ma offre senza dubbio un grande spettacolo se considerate che ci sono atleti che si sfidano su due specialità nella stessa gara, cambiando gli sci e mettendo in mostra i punti forti e deboli di uno sciatore. Secondo me da un punto di vista televisivo è molto bella da vedere e anche come atleta da affrontare visto che rimani sempre attivo durante la competizione. Dovrebbe esser più pubblicizzato e più presente anche in Coppa del Mondo perché lo scorso anno la prima e unica skiathlon che abbiamo fatto è stata quella dei Mondiali.

Nella vita privata hai una relazione con Simone Mocellini, il nome nuovo del nostro fondo. Siccome state crescendo entrambi a livello agonistico, i vostri risultati sono uno stimolo reciproco?

Siamo due persone molto competitive, per cui a volte ci sfidiamo in determinati allenamenti stimolandoci a vicenda. Vedere l’altro riuscire a fare cose incredibili sicuramente fa in modo che anche io posso tirare fuori il meglio di me. Ai Mondiali lui aveva fatto la sprint dopo essersi appena fatto male per cui non è riuscito esprimersi al meglio giungendo sedicesimo e scherzando dicevamo ‘sei arrivato come il miglior piazzamento, per cui devo far ancor meglio così da rimanere la leader in casa’. Alla fine i risultati sono effettivamente arrivati, ma ancora adesso ci scherziamo su e sicuramente è un tassello fondamentale per un mio miglioramento.

Come sta procedendo la preparazione? Quali sono gli obiettivi di Francesca Franchi per la prossima stagione?

Ormai è alle porte la nuova stagione e ho voglia di rimettere gli sci ai piedi, ricominciare e vedere che sensazioni ho. Ho cambiato allenatore per cui ho aggiunto banalmente più ore di corsa. C’è un po’ l’incognita su come reagirà il mio fisico durante l’anno. Sicuramente è il momento giusto per cambiare la preparazione perché non ci sono appuntamenti importanti come Mondiali e Olimpiadi, ma sicuramente sarà una scoperta per capire dove questa preparazione mi porterà. Ho fatto dei test che mi hanno dato sensazioni positive e quindi vediamo dove arriviamo.

In conclusione, c’è una manifestazione a cui non hai mai preso parte come le Olimpiadi. Cosa si aspetta Francesca Franchi per Milano-Cortina 2026?

Speriamo innanzitutto di esserci. Le Olimpiadi casalinghe sono uno degli obiettivi del programma a lungo termine che abbiamo stilato con Cramer. La pista la conosco visto che ho mosso i primi passi nel fondo lì. Non possiamo dire cosa succederà, ma invito tutti a venir a fare il tifo.

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Marco Cangelli
Giornalista presso la testata online "Bergamonews" e direttore della web radio "Radio Statale", sono un appassionato di sport a 360 gradi. Fondatore del format radiofonico "Tribuna Sport" e conduttore del programma "Goalspeaker", spazio dal ciclismo all'atletica leggera, passando per lo sci e gli sport invernali

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