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A tutta velocità con Patrick Baumgartner: “Vogliamo rimanere nella top ten di Coppa del Mondo per riportare il bob sul podio olimpico”

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L’Italia del bob manca sul podio delle Olimpiadi dall’edizione casalinga di Torino 2006 quando Gerda Weissensteiner e Jennifer Isacco regalarono il bronzo nel duo femminile. Un traguardo che al maschile manca addirittura da Nagano 1998 e che Patrick Baumgartner è pronto a sfatare.

Il 28enne di Falzes è pronto a riportare l’equipaggio azzurro ai fasti di Günther Huber e Antonio Tartaglia, preparandosi a un avvicinamento all’appuntamento a cinque cerchi con la consapevolezza dell’unicità dello stesso.

In grado di vincere il titolo alle Olimpiadi Giovanili 2012 nel bob a 2 e agli Europei Juniores 2019 nel bob a 4, il portacolori delle Fiamme Azzurre ha superato i problemi fisici che lo avevano debilitato all’inizio della scorsa stagione puntando a rimanere stabilmente nella top ten iridata e a centrare allo Sliding Center quella medaglia che lo consacrerebbe nell’Olimpo dello sport azzurro.

Baumgartner impegnato nella spinta con il bob a 4

Patrick Baumgartner, lo scorso anno hai dovuto far i conti con il mal di schiena. Come stai ora e nel caso hai superato quelle difficoltà?

Sto lavorando molto bene, sia dal punto di vista tecnico che della preparazione fisica. Per ora il mal di schiena è sottocontrollo, con lo staff medico siamo riusciti a risolvere il problema in tempi molto brevi.

Lo scorso anno sono arrivati anche il 6° posto in Coppa del Mondo a Igls e la doppia top ten a Sankt Moritz, a cui si aggiungono i diversi podi in Coppa Europa. Come ti spieghi questo percorso di crescita?

Dopo le Olimpiadi di Pechino 2022 ci siamo confrontati e ci siamo fissati come obiettivo principale quello di poter lottare per le medaglie a Milano-Cortina 2026. Lavorando bene con il team e i tecnici siamo già lo scorso anno a rientrare nella top ten di Coppa del Mondo e Mondiali. Stiamo facendo un grande lavoro di squadra, volevamo arrivar almeno attorno all’undicesimo/dodicesimo posto, invece siamo già giunti in top ten.

Visto l’imminente arrivo delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, c’è l’opportunità di rivedere stabilmente l’Italia del bob fra le prime dieci al mondo?

Quando il livello si alza, chiaramente è più difficile rimanere lì. A partire dal prossimo anno, vogliamo continuare a giocarcela con i migliori e rimanere nella top ten, magari puntando anche ad avvicinarci al podio.

Tu hai modo di confrontarti costantemente con una leggenda come Francesco Friedrich. Ti è mai capitato di apprendere qualche trucco da lui?

Parlando tedesco ho l’opportunità di chiacchierare con lui e cerco di carpirgli qualche segreto. E’ difficile perché i tedeschi lavorano principalmente per loro conto e quindi è complicato estorcergli qualcosa.

Essendo tu un pilota, in cosa consiste di preciso il tuo ruolo e come si governa un bob?

Il pilota è il capo del gruppo che deve preoccuparsi che i bob siano pronti per ogni gara confrontandosi con i tecnici. Il pilota deve spingere forte così come i frenatori, anche se poi in discesa è tutto nelle sue mani. Durante la discesa sono soltanto io che guido con due manopole in mano che sono collegate a delle corde sollevate e che fanno presa sull’asse anteriore. Facendo alcune piccole correzioni, ho quindi modo di impostare la traiettoria giusta per andar più forte.

Baumgartner alla guida del bob a 2

Come allenate il rapporto fra pilota e frenatore? Avete dei gesti o delle parole per capirvi?

Ci sono dei comandi che ripetiamo sempre prima di ogni discesa, tuttavia d’estate cerchiamo di lavorare sulla sincronia per poi ritrovarci in gara e aver letteralmente degli automatismi.

A proposito d’estate, quali sono gli allenamenti che provvedete a fare? E quali sono i suoi tempi in pista, visto che ci sono tante analogie tra atletica e bob?

Molti dei miei colleghi provengono dall’atletica. Io no e forse per questo motivo fatico un po’ di più. Il nostro allenamento è composto da molta corsa e sprint come nel caso dei velocisti a cui si aggiunge la pesistica e prove di spinta con il bob. Alcuni frenatori raggiungono anche i 10”30 sui 100 metri, anche perché la nostra corsa è simile a quella dell’atletica.

A proposito di pista, hai il sogno di aver un giorno come frenatore un atleta del calibro di Marcell Jacobs o Filippo Tortu?

E’ sempre bello quando arrivano atleti forti in questo sport anche perché ci offrono qualcosa in più. Al tempo stesso è anche un grande lavoro di squadra. Per ora stiamo andando bene, però se arrivasse qualcuno di loro, ci aiuterebbe ad alzare ulteriormente il livello.

Siccome fai parte sia della squadra di bob a 2 che quella di bob a 4, quale delle due preferisci?

Il bob a 4 è più bello perché possiede maggiormente lo spirito di squadra. Quando tagli la linea del traguardo e sei nel leader box, hai modo di festeggiare con i tuoi compagni eventuali posizioni recuperate. Il bob a 2 è forse più tecnico nella guida, peraltro è più leggero e per certi versi balla un po’ di più, ma in qualsiasi caso il bob a 4 rimane il mio preferito.

Patrick Baumgartner in compagnia di Alessandro Grande alle Olimpiadi Giovanili 20212 © CONI

Tornando indietro nel tempo, hai iniziato con il bob a sedici anni dopo aver vissuto una carriera da sciatore. Cosa ti ha spinto a passare dalle piste innevate ai budelli ghiacciati?

Gli ultimi anni che praticavo sci alpino ho faticato un po’ perché mi mancava la voglia di fare bene. Un giorno, con alcuni ragazzi, ho avuto la possibilità di fare alcune discese con il bob a Igls e lì sono subito rimasto affascinato per una disciplina perché raggiungi velocità elevate come con gli sci.

A livello giovanile hai vinto sia le Olimpiadi che gli Europei Juniores. Quali ricordi hai di quei bei momenti della tua carriera?

Le Olimpiadi Giovanili sono state la prima vittoria a livello internazionale per cui mi ricordo perfettamente quella bellissima giornata. Siamo riusciti a far quattro miracoli in discesa perché non avevamo la spinta dei nostri avversari. Guidando bene e facendo una corretta scelta dei pattini e del bob, alla fine siamo riusciti a cogliere l’oro ed è stata una giornata molto particolare. Con il bob a 4 ci siamo ripetuti agli Europei Juniores ed è stato un grande risultato perché ottenere traguardi del genere non è sempre facile.

Proprio da pilota, il tuo compito è metter a punto il bob. Quanto studio c’è dietro la costruzione del mezzo e, nel caso, usufruite anche della galleria del vento?

Stiamo lavorando con il Politecnico di Milano per comprendere alcuni dati e dove migliorare il bob. Impresa non semplice perché ogni giorno le condizioni del ghiaccio sono diverse e ogni volta il pilota non riesce sempre a compiere la stessa cosa. Dopo pochi minuti il ghiaccio cambia a volte e quindi non è affidabile far test tutti i giorni. E’ necessario lavorarci pian piano e, durante l’estate, si scelgono i pezzi nuovi da provare poi d’inverno. Il tutto con l’incognita che potrebbero non andare bene e quindi è necessario capire cosa funzioni e cosa no.

Il quartetto azzurro in parabolica

Quanto pesa l’impossibilità di allenarsi su una pista in Italia a livello prestazionale?

Questa è una mancanza pesante perché dobbiamo sempre basarci sulle piste all’estero. Lì ci danno la pista a disposizione quando va bene a loro, quindi a volte ci offrono la pista quando fa caldo e non si capisce nulla di quello che accadrà in gara. E’ quindi difficile anche creare un movimento con dei giovani perché è necessario portarli sempre all’estero.

Dove si allena a questo punto Patrick Baumgartner?

Quest’anno inizieremo a Lillehammer, in Norvegia, e poi dobbiamo muoverci dove ci danno la disponibilità. Tendenzialmente si scelgono località dove si svolga la Coppa del Mondo, ma non è sempre detto che ciò sia possibile.

In vista della prossima stagione, quali sono i tuoi obiettivi?

Partecipare a tutte le tappe di Coppa del Mondo, esser sempre lì con i migliori, lottando fra il sesto e il decimo posto, e far capire che l’Italia c’è.

In conclusione, come si vede Patrick Baumgartner alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026?

Quello è l’obiettivo principale. Ci lavoro tutti i giorni e lì voglio veramente fare bene ottenendo una medaglia. Ho ancora due anni di lavoro davanti e voglio finalizzarli per quella competizione.

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Marco Cangelli
Giornalista presso la testata online "Bergamonews" e direttore della web radio "Radio Statale", sono un appassionato di sport a 360 gradi. Fondatore del format radiofonico "Tribuna Sport" e conduttore del programma "Goalspeaker", spazio dal ciclismo all'atletica leggera, passando per lo sci e gli sport invernali

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