Football Americano

I 10 motivi di interesse per seguire il Super Bowl LV

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Nella notte tra domenica 7 e lunedì 8 febbraio al Raymond James Stadium di Tampa si disputerà il Super Bowl LV. Si sa, il Super Bowl attira da sempre molti spettatori occasionali che si affacciano per la prima volta al mondo del football americano. Se fate parte di questa categoria vi consigliamo di leggere prima questo articolo.

Di seguito invece troverete i dieci punti di interesse principali della sfida tra Tampa Bay Buccaneers e Kansas City Chiefs. Non perdiamo tempo e andiamo a scoprire le statistiche e curiosità più rilevanti senza tralasciare un occhio di riguardo all’aspetto tecnico.

Il Super Bowl in casa

I Tampa Bay Buccaneers saranno la prima squadra nella storia della NFL a disputare il Super Bowl nel proprio stadio di casa. A incidere fortemente su questa statistica c’è senza dubbio il fatto che per ragioni climatiche la sede viene solitamente scelta tra le città più a sud degli Stati Uniti, impedendo a buona parte delle franchigie NFL di raggiungere questo traguardo. Non a caso la città che ha ospitato più volte il Super Bowl è Miami con ben 11 edizioni sulle 54 fin qui disputate.

Gli ultimi ad andarci vicini sono stati i Minnesota Vikings nel 2018, eliminati solo al NFC Championship dai Philadelphia Eagles (poi vincitori) proprio quando in controtendenza con quanto detto poco fa, il Super Bowl venne ospitato a Minneapolis, la città più a nord tra le 15 ad averlo fatto.

In due occasioni invece i Los Angeles Rams (nel 1980 al Rose Bowl di Pasadena) e i San Francisco 49ers (nel 1985 allo stadio dell’Università di Stanford) hanno giocato il Super Bowl a pochi km dalla loro sede.

Il decimo Super Bowl di Tom Brady

Tom Brady disputerà il suo decimo Super Bowl. Per capire la grandezza di questo numero è sufficiente dire che la squadra che ne ha disputati di più sono i New England Patriots con 11 (9 dei quali proprio con Brady in campo), mentre al secondo posto in questa classifica troviamo Pittsburgh Steelers, Dallas Cowboys e Denver Broncos a quota 8.

E’ inoltre il quarto QB a disputare il Super Bowl con due squadre differenti, gli altri tre sono Craig Morton, Kurt Warner e Peyton Manning (in procinto di essere inserito nella Hall Of Fame). Di questi solamente Manning è riuscito a vincerlo con due maglie diverse (Indianapolis Colts e Denver Broncos).

Concludiamo dicendo che in caso di trionfo Tom Brady diventerebbe il primo QB a vincere il Vince Lombardi Trophy in tre decadi diverse.

Il giovane regno di Mahomes

A 25 anni e 143 giorni Patrick Mahomes potrebbe diventare il più giovane quarterback della storia a vincere per due volte il Super Bowl. Il record al momento appartiene proprio a Tom Brady con 26 anni e 183 giorni. Questo significa che il QB dei Chiefs avrà l’opportunità di battere questo record anche nel 2022 se non addirittura di fissare l’asticella ancora più in alto, potendo ambire ad avere ben 3 anelli al dito il 6 febbraio 2022, data del Super Bowl LVI.

Stiamo ovviamente correndo troppo ma è anche pur vero che si ha la sensazione di trovarsi solo all’inizio di un ciclo vincente destinato a lasciare un solco profondo nel libro dei record della NFL.

Brady vs Mahomes, la rivincita

Per la prima volta nella storia si sfidano due quarterback che hanno vinto il titolo di MVP e di MVP del Super Bowl. Inoltre mai si erano affrontati i QB vincitori delle ultime due edizioni. Non poteva che esserci una sceneggiatura migliore per il remake dell’AFC Championship 2018. Una sfida che si presentava fin da subito come uno scontro generazionale. Di fronte il campione consacrato e la stella emergente. Finì con il successo dei Patriots 37-31 al supplementare dove a causa del sorteggio sfortunato Mahomes non ebbe la possibilità di mettere in moto la potenza distruttiva del suo attacco. Al Raymond James Stadium per Mahomes e i Chiefs può arrivare un successo che chiude un conto in sospeso da ormai due anni.

Non sappiamo quale Brady vedremo in campo domenica ma a scanso di equivoci è bene evidenziare che per quanto Brady si stia dimostrando competitivo anche a 43 anni, non si tratta di certo della sua versione migliore. Motivo per il quale ridurre il match al confronto tra i due QB è un esercizio che vale solo per la narrativa che ne seguirà a prescindere dal risultato della partita.

L’attacco esplosivo dei Kansas City Chiefs

Il reparto offensivo dei Chiefs è con ogni probabilità il reparto più forte della NFL. Abbiamo già detto fin troppo di Mahomes che pur essendo la stella ha bisogno di un supporting cast di livello per poter vincere. Il pacchetto di ricevitori di Kansas City può vantare la presenza di Tyreek Hill e Mecole Hardman, due che non sfigurerebbero di fronte ai velocisti più forti del pianeta in una gara sui 100 metri piani. Se a questi aggiungiamo un gioco di corsa discreto con Le’Veon Bell e Clyde Edwards-Helaire (di loro parleremo tra poco) e soprattutto il miglior tight end della lega quale Travis Kelce, ecco che otteniamo una macchina da guerra pressoché infermabile.

A prescindere dal tifo, dai colori e dalle simpatie, è indubbio negare che vedere in moto l’attacco dei Chiefs sia uno spettacolo per gli occhi di qualsiasi appassionato di football americano. Non ci resta che mettersi comodi e godersi lo show sul palcoscenico più prestigioso.

Il duello a distanza tra i Tight End

Lo abbiamo citato poco fa parlando dell’attacco dei Chiefs e lo abbiamo definito il tight end più forte della lega. Travis Kelce in realtà è molto più che un tight end, è un ricevitore oversize capace di posizionarsi al secondo posto nella classifica delle yards ricevute in stagione (1416), dietro al solo Stefon Diggs. È la minaccia più pericolosa per le difese avversarie quando mancano poche yards alla conquista del touchdown o di un primo down, grazie alla combinazione di fisicità – che gli permette di contrastare i defensive back più leggeri di lui – e velocità con cui brucia i linebacker.

Se Kelce è il presente, dall’altro lato invece troviamo quello che per diversi anni è stato il TE più dominante della NFL, ovvero Rob Gronkowski. Viene quasi da sorridere a definirli presente e passato visto che carta d’identità alla mano, i due sono coetanei, ma i numerosi problemi fisici sommati all’anno di ritiro momentaneo, hanno ridotto notevolmente il numero di palloni toccati dall’ex Patriots . Ciò non toglie che pur venendo chiamato in causa con il contagocce, non possa mettere a segno una di quelle giocate in grado di spaccare in due le difese avversarie e di cambiare le sorti di una partita.

La pass rush dei Tampa Bay Buccaneers

Abbiamo parlato dei quarterback, dell’attacco dei Chiefs, dei due tight end, ma a decidere il Super Bowl numero 55 potrebbe essere il front seven dei Tampa Bay Buccaneers. Piccola parentesi per i meno esperti: si indicano con front seven i tradizionali 7 giocatori che si occupano di portare pressione al QB e di difendere le corse, quindi la linea difensiva più i linebacker. I restanti difensori sono i defensive back e difendono principalmente sul gioco di passaggio.

Il duello contro una decimata linea offensiva dei Chiefs (assenti i due tackle titolari Eric Fisher e Mitchell Schwartz) potrebbe essere quindi determinante per riuscire a mettere le mani su Patrick Mahomes costringendolo a commettere qualche errore e a generare turnover.

La classifica dei sack messi a segno nel 4° quarto in stagione vede ai primi tre posti tre giocatori dei Bucs: Jason Pierre-Paul (7), Shaquil Barrett (5) e Devin White (5). Segno che nei finali di partita la pass rush dei Bucs riesce a salire di colpi così come ha fatto in questa post-season.

Ai nomi citati sopra si aggiungono anche Ndamukong Suh e Vita Vea che a parte il fatto di avere due dei nomi più esotici e affascinanti della NFL, costituiscono un muro difficilmente valicabile con il gioco di corsa.

La redenzione sportiva di Bell & Brown

C’era una volta il formidabile attacco dei Pittsburgh Steelers, formato dal trio BBB, ovvero il QB “Big Ben” Roethlisberger, il RB Le’Veon Bell e il WR Antonio Brown.
Gli ultimi due si affronteranno al Super Bowl, Bell con la maglia dei Chiefs, Brown con quella di Tampa Bay.
Entrambi sono saliti sul carro a stagione in corso. Il primo rilasciato dai Jets a cui era approdato dopo aver saltato la stagione 2018 con gli Steelers per capricci contrattuali.
Il secondo reduce da due annate turbolente in cui nell’ordine:
– ha chiesto di essere ceduto ai Raiders (inizio 2019)
– è stato rilasciato dagli stessi dopo nemmeno aver giocato una partita (settembre 2019)
– è approdato ai Patriots e in seguito rilasciato per le accuse di molestie che pendevano su di lui (ottobre 2019)
– è stato squalificato dalla NFL per 8 partite proprio per le accuse di molestie.

Uno di loro due domenica potrà finalmente vincere quell’anello tanto desiderato in quel di Pittsburgh e trovare la redenzione – sportiva – dopo un periodo buio della propria carriera.

La storia americana di Edwards-Helaire

Già lo scorso aprile prima del Draft 2020 si parlò molto della storia familiare di Clyde Edwards-Helaire, nato Clyde Edwards, il cui secondo cognome deriva dal padre acquisito Shannon Helaire. Il padre naturale (Clyde Edwards SR), discreto running back a livello collegiale infatti venne condannato a 30 anni per spaccio di stupefacenti proprio pochi mesi dopo la nascita del figlio. Solo nel 2014 Clyde Sr potè finalmente uscire dal carcere per seguire da vicino gli inizi della carriera dell’attuale RB dei Kansas City Chiefs che nonostante la sua bassa statura (1.70 m) si è ritagliato con prestazioni convincenti (803 yds su corsa e 297 su ricezione in 13 partite) il rispetto di tutta la NFL.

Da quella che poteva trasformarsi in un’infanzia difficile e travagliata fino al tetto del mondo, passando per un titolo statale alla High-School e il titolo nazionale NCAA vinto 12 mesi fa con i LSU Tigers. Il Super Bowl numero 55 ha già la sua storia americana.

No risk it no biscuits

All’età di 68 anni l’Head Coach dei Buccaneers Bruce Arians parteciperà al suo primo Super Bowl da capo allenatore. Ne ha già disputati tre (e vinti due) con i Pittsburgh Steelers in qualità di assistente tra il 2005 e il 2010. In caso di vittoria diventerebbe l’Head Coach più anziano ad alzare il Vince Lombardi Trophy superando i 66 anni di Bill Belichick.

Il suo motto è “No risk it no biscuits” che si può facilmente tradurre a parole con “se non prendi rischi, non vinci” e sul campo con un gameplan offensivo molto orientato al gioco aereo e al big play. Siamo certi che anche in quella che sarà la partita più importante della sua lunga carriera, non rinuncerà alla sua filosofia anche se molto probabilmente la ragione suggerirebbe di utilizzare una tattica più conservativa per tenere fuori dal campo il più possibile l’attacco dei Chiefs e allo stesso tempo permettere alla propria difesa di non arrivare stanca a fine partita.

 

Dopo la ripassata sulle regole del football e i motivi principali per cui seguire questa partita, non avete più scuse. Buon Super Bowl!

Davide Bottarelli
23 anni, laureato in ingegneria informatica e pallavolista fin dall'età di 7 anni. Appassionato di sport e della competizione ad alto livello. In particolare F1, MotoGp, ciclismo e da qualche anno anche NFL.

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