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Venti anni fa “rugby came home”, il primo e unico Mondiale dell’emisfero nord

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Gli Inglesi si vantano di aver inventato tantissime cose e infatti tantissimi sport discendono da loro genio, esportati poi in tutte le loro conquiste coloniali. Il rugby è certamente una di queste loro scoperte ed in particolare di William Webb Ellis, studente dell’omonima cittadina nell’ormai lontano 1823.

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Nonostante la longevità di questo sport, tra pochi giorni partirà soltanto la decima edizione della Coppa del Mondo, la cui prima edizione si ebbe nel 1987 in Nuova Zelanda. Prima non ci fu una competizione mondiale riconosciuta. L’unico torneo a coinvolgere le nazionali più forti del panorama rugbystico mondiale è stato per oltre un secolo il Cinque (ora Sei) Nazioni, che comunque vedeva la partecipazione solo delle maggiori cinque squadre europee. Vi erano poi i British Lions, rappresentanza dei migliori atleti del regno unito, che viaggiavano per una tournée nell’emisfero australe per affrontare le ex colonie Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica.

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Le prime quattro edizioni furono conquistate proprio dalle ex colonie britanniche con l’Australia che ne vinse due (1991 e 1999). Memorabile l’edizione del 1995 in Sudafrica, ricordata e resa celebre anche dal film Invictus di Clint Eastwood.

Nel 2003 si giocò in Australia una dei Mondiali più belli e spettacolari di tutti. Il numero dei partecipanti aumentò a venti squadre. I favori del pronostico furono per i padroni di casa nonché campioni uscenti e gli All Blacks vincitori del Tri Nations 2003 e a detta di tutti il XV più forte e spettacolare. E poi ci fu l’Inghilterra, che in quell’anno magico arrivò al Mondiale con un palmarès di tutto rispetto: vittorie in tutte le partite del Sei Nazioni e pure nei test match contro Wallabies e All Blacks.

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La squadra capitanata da Martin Johnson presentava molti ottimi giocatori come Lawrence Dallaglio, Matt Dawson, Will Greenwood e Mike Tindall, con la stella polare Jonny Wilkinson. Vinto facilmente il girone, il XV della Rosa arrivò in finale sconfiggendo la Francia in semifinale con l’intero punteggio segnato da Wilkinson (24 punti). Il 22 novembre 2003 a Sidney, ci fu la rivincita a campi invertiti di quella del 1991. Ad affrontarsi inglesi ed i padroni di casa australiani. Nessuno voleva cedere e il campo divenne teatro di una battaglia epica. Una meta a testa e quattro calci piazzati pari realizzati dall’australiano Elton Flatley e da Wilkinson.

Arrivò il secondo tempo supplementare. Ormai stremati gli inglesi al 100esimo minuto di gioco da una mischia trovarono Wilkinson a circa trenta metri dalla porta. Lui calciò di destro un drop e per circa cinque secondi tutti trattennero il fiato. La palla volò dritta centrando i pali, dando così all’Inghilterra tre punti e la gioia della prima Coppa del Mondo di Rugby.

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Il numero 10 inglese mise a segno 133 punti nella manifestazione, venne eletto Miglior Giocatore del torneo ed ancora oggi con 91 caps è il primo inglese per punti segnati (1179) in tredici anni di nazionale, secondo solo al neozelandese Dan Carter con 1598.

Parafrasando una nota canzone del 1998, ripetuta ormai ad ogni torneo calcistico, “Rugby came home” e a venti anni di distanza nessuna squadra dell’emisfero nord, oltre al XV della Rosa, ha vinto la Coppa. Che sia questo l’anno buono?


Immagine in evidenza: ©British History, Twitter

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Matteo Festa

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